L’importanza di fare le cose reali

In questa settimana, complice una certa amica che ancora crede nell’importanza dei propri sogni, ho pensato molto al reinventarsi ed alle crisi di mezza età.
Non che io sia in crisi di mezza età però… perché le chiamiamo crisi?

Il tempo, amico o nemico, passa.
“Passa per tutto” mi dico sempre, di solito per farmi forza “per le cose belle e per le cose brutte”. E passa, lo sapete, velocemente.
Quindi ci si può ritrovare una mattina d’autunno a domandarsi “Ma come è possibile che sia passato così tanto tempo?”.
Vi è capitato?
Eh, lo so. Si rimane spiazzati.
Però è così.
Il tempo passa e noi sembriamo non dargli il prestigio che merita.
Dario Vignali ha pubblicato un video qualche tempo fa che in parte parla anche di questo, di dare un senso – in qualsiasi modo – a ciò che facciamo nelle nostre giornate. Ve lo lascio qui sotto se vi va di guardarlo.

Vi dico solo che il ragionamento finale che ha fatto mi ha fatto decidere di scrivere questo post.

Nel video Dario dice “va bene scendo in campo e faccio qualcosa di reale”.
Nella fattispecie… lui è andato a dormire in tenda… e allora? é una pazzia? Mah, forse ma di certo ha fatto qualcosa di diverso, ha deciso di fare qualcosa di nuovo, ha dato un nuovo slancio al suo tempo. Non mi direte che pensate che sia una cosa sbagliata!?

Esempio di Dario a parte, cos’è che noi consideriamo qualcosa di reale?
Io ad esempio faccio un sacco di cose durante il giorno, al lavoro, in auto, in pausa pranzo, nel mio tempo libero, eppure ciò che io considero reale per me è quel qualcosa che mi arricchisce.
Può essere leggere un libro, bere un caffè con un’amica, vedere un film in compagnia, farmi una doccia calda e dedicarmi senza fretta a me stessa, bere un the caldo sul divano con una buona playlist di Spotify in sottofondo… ma in estrema sintesi è seguire le mie emozioni.
Voglio dormire in giardino su una tenda sospesa – che deve essere una sensazione stranissima? Bene, facciamolo!
Voglio seguire un corso di cucina per imparare a fare dolci sensazionali come il Boss delle torte? Va bene, facciamolo!
Voglio andare dalla parrucchiera e farmi un ciuffo blu? E vada anche per il ciuffo blu!
Voglio andare da una dietologa e lavorare sulla mia forma fisica anche se ormai ho cinquant’anni? Ma certo che sì, facciamo tutto quello che ci sentiamo di fare!

Proviamo la sensazione di euforia, di felicità, di sicurezza del seguire il proprio istinto.
Non dovremmo chiamarla crisi di mezz’età! Dovrebbe essere il risveglio di mezz’età… o risveglio e basta!
Credo che sia veramente giusto il darsi una seconda chance e non importa se si hanno trenta, quaranta, cinquant’anni o anche di più.
Siamo esseri umani e spesso la vita abitudinaria ci fa dimenticare ciò che ci fa bene e come potremmo vivere qualcosa di reale nel nostro tempo su questa terra. Ma ogni tanto ‘rinsaviamo’, ci ricordiamo che….
… oddio, amavo tanto la fotografia! Perchè l’ho abbandonata? Dai che riprendo in mano la macchina fotografica!
… non cambierò mai se non agisco in modo diverso! Devo fare qualcosa, adesso!  Perché non posso proprio rimandare ancora!
… perché penso che la mia vita sia finita? Sono viva adesso e posso fare ciò che mi piace! Perché non dovrei?

Insomma, quello che voglio dire è che non c’è un momento giusto per iniziare a fare qualcosa! Fallo adesso, subito! Perché è sempre il momento giusto!
E non importa se “ah, ormai sono una donna sposata, non ho più tempo di studiare! Ora devo pensare a metter in cantiere un bambino semmai… e figurati se ho tempo per ricominciare tutto da capo!” e non  hai neanche trent’anni. Come dicevo #bastascuse ed è tempo di fare.

Quante scuse ti racconti tu per non fare ciò che tutto sommato potresti anche fare?
Che scuse ti racconteresti tu per non andare a dormire in giardino su una tenda sospesa?
O per non iscriverti a quel corso serale dopo lavoro che ti piacerebbe tanto?
O per iscriverti in palestra?
O per non mandare quella dannata lettera di presentazione con CV?
*attenzione, mea culpa in corso*
Che scuse ci raccontiamo per non rendere il tuo tempo reale?

Come dice Dario… non sempre, ma se non ci ricordiamo di rendere reale ciò che facciamo ogni tanto le nostre giornate continueranno una dopo l’altra con tanti “se potessi farei” e ripensandoci ti domandi “Che cosa ho fatto oggi? Niente”.
Frank Sinatra cantava My way; sarebbe veramente triste scoprire ad un certo punto della nostra vita, o peggio non scoprirlo mai, che si è vissuta una vita non a modo nostro.
Come leggevo in questi giorni, James Hillman ne Il codice dell’anima parla della teoria della ghianda: c’è una quercia dentro ad ogni ghianda, che vuole nascere e crescere. Ogni persona è portatrice di un’unicità che chiede di essere vissuta e che esiste ancor prima di essere vissuta.
Sono i nostri talenti, che esigono di nascere ed esprimersi.
Quindi facciamo un passo indietro come ci consiglia James Hillman e ritroviamo il contatto con le nostre cose invisibili che esigono di essere vissute.

Perché non fare un corso sull’erboristeria se vogliamo saperne di più sulle erbe?
Perché non leggere un libro sul folklore e la storia locale se vogliamo conoscere meglio il luogo in cui viviamo?
Perché non aprire un blog se vogliamo raccontare qualcosa?
Perché non provarci?

Perché non darci una possibilità finché abbiamo ancora tempo per darcela?
Perché il tempo passa, e credetemi io l’ho capito, non ritorna mai sui suoi passi e non ci porterà mai un momento buono o migliore: adesso è il momento.

Quindi a chi pensa di “non avere più tempo”, sbagli tesoro.
Il tempo ce l’hai tra le mani proprio ora. Usalo.
Basta scuse, scendi in campo e vai a fare qualcosa di reale.

Testi d’ispirazione:
dariovignali.net
Scopri i tuoi talenti di Stefania Fierli
Il codice dell’anima di James Hillman
giadacarta.com (sì, ancora lei :P)

6 pensieri su “L’importanza di fare le cose reali

    • nikebrianna ha detto:

      Elena, scusa leggo il tuo commento in estremo ritardo!
      Comunque nel post quando parlo di fare una dieta e parlo di cinquantenni facevo mentalmente riferimento dentro di me ad una collega che ha appunto sui cinquant’anni e che è sempre stata con qualche chilo in più e che col tempo e gli anni che passavano ha rinunciato a perdere peso ed ha accettato che lei “è fatta così”. Poi però un giorno si è detta che l’età (che dimagrire a 20 anni è diverso che a 30, e questo lo posso dire anche io) e gli anni che ha passato a “tergivrsare” non importavano. Che se voleva dimagrire, lei sarebbe dimagrita.
      Il punto è che non è tanto l’età quanto la mente a porci dei limiti (=scuse) e che se decidiamo con determinazione di fare qualcosa niente è impossibile! neanche perdere (nel caso della mia collega ad esempio) 25 kg! E lei ce l’ha fatta! 😉

      Piace a 1 persona

Lascia un commento